Trovarsi dinanzi all’arbitro di Serie A Giovanni Ayroldi, per i più giovani associati casaranesi è stata un’emozione semplice da spiegare: non serve altro che scrivere dei loro occhi ridenti, ipnotizzati dalle parole e dal racconto delle esperienze di un collega non molto più grande di loro.
Si sa, la vicinanza generazionale rende più semplice la comunicazione, lo scambio e, più d’ogni altra cosa, l’immedesimazione, ossia la sensazione che la realtà di altri possa anche non restare solo un sogno.
Ma facciamo un passo indietro.
Giovedì 25 febbraio, come oramai di consueto su piattaforma telematica, si è tenuta la riunione tecnica della Sezione di Casarano. Dopo l’iniziale saluto del Presidente Roberto Scolozzi, è stato il Vicepresidente Alessandro Meleleo, in virtù della loro amicizia di lunga data, a presentare il gradito ospite Giovanni Ayroldi, della sezione di Molfetta, sottolineando anzitutto le doti umane e, in particolare, l’umiltà che lo ha contraddistinto in tutto il suo percorso, al di là degli ambìti traguardi raggiunti.
Le aspettative sono state prontamente mantenute anche grazie ad un intervento dal taglio nettamente ‘esperienziale’; impostazione che ha permesso a tutti di calcare, seppur con l’immaginazione, i campi della Serie A: a chi oggi corre sui terreni polverosi di provincia e custodisce nel cassetto il sogno dei rettangoli verdi più belli d’Italia, ma anche a chi, per ragioni anagrafiche, quel cassetto lo ha chiuso a doppia mandata.
Tanti gli interventi stimolati dai racconti e le riflessioni dell’ospite, tra i quali quello dell’arbitro benemerito Giacomo Filippo Rizzo, che ha rimarcato come la serata abbia dimostrato che, qualora ce ne fosse bisogno, Giovanni Ayroldi, «oltre ad essere un grande arbitro, è un grande uomo»; e ancora, l’augurio del Presidente a continuare la scalata verso le vette più alte.
Nel turbinio di emozioni, c’è stato tempo, infine, per la commozione, quando l’ospite ha voluto salutare ricordando un grande amico che non c’è più, Daniele De Santis, e, rivolgendosi ai ragazzi, ha ribadito l’importanza di divertirsi e di arbitrare col sorriso, come faceva Daniele, perché quel che facciamo «è la cosa più bella del mondo».
Andrea Carrisi
Fonte: https://www.aia-figc.it/dettaglio.asp?ID=18087